Il filo del racconto

In viaggio come Amerigo

Il filo del racconto

Nei primi anni del 1900: Lo scrittore H. Hesse nel suo “Dall’Italia” ci riporta una storiella avvenuta proprio nella nostra città: “Giunto a Prato, quindi (...) andai prima a trovare un amico mio, che abitava vicino al municipio. Sapete che i Biscotti di Prato sono famosi! Orbene, il mio amico fabbricava proprio tali biscotti e faceva buoni affari."

L’architetto Le Corbusier, sembra rimanere sopraffatto dalla confusione della fiera di settembre; è il 1907 quando scrive ai suoi genitori: Prato, città dei biscotti; (...) il giorno in cui ci andai, non c’era un metro quadro di strada che non fosse occupato come una vetrina da biscotti, di tutte le forme, di tutti i gusti, e senza dubbio anche di diverse provenienze; è il caso di dire che quel certo giorno fosse esattamente quello della sagra annuale.”

Il pittore Ardengo Soffici invece lega i biscotti ad un momento della sua adolescenza, negli ultimi anni dell’800, quando era ospite delle zie al Poggio a Caiano: “Per non imbrogliarsi, mettevano in tavola il rituale vassoio di latta verniciata a fiorami, sopravi la bottiglia del marsala o del vinsanto e i bicchierini per tutti, e il solito piatto di biscottini di Mattonella, che erano la famosa specialità pratese.”

Biscotti di Prato
Biscotti di Prato

Ma anche D’annunzio, Malaparte, ed altri famosi o meno sono diventati tutti nostri clienti, alcuni di loro già ci conoscevano o conoscevano i nostri prodotti, altri sono diventati nostri ambasciatori nel mondo, come i vari industriali pratesi che portavano con orgoglio i prodotti del Biscottificio Antonio Mattei ai propri clienti nelle varie città, in Italia come anche all’estero. Hanno viaggiato molto i nostri biscotti nel sacchetto blu, raggiungendo posti e persone inaspettati. Un esempio?

Tempo fa un cliente del Biscottificio ha portato alla nostra attenzione una citazione, tratta da un libro scritto da Yannick Haenel, Tien ferme ta Couronne, (2017), proprio perché l’autore scrive dei biscottini di Mattonella. “IL MONDO O NIENTE” si tratta dell’ultimo capitolo del libro (nell’edizione italiana p. 263- 264), l’autore descrive le ultime ore trascorse con il regista Michael Cimino durante il loro incontro a New York: “Arrivammo da Paesano, una trattoria che, secondo quanto sosteneva Cimino, era l’unica a offrire una vera cucina italiana e dove il proprietario lo accolse con grandi abbracci; (...) Finita la cena, ordinò dei biscotti alle mandorle che intingemmo in bicchierini di vin santo. Erano i biscotti della sua infanzia, croccanti e profumati: i famosi cantuccini di Prato di Mattonella di cui il proprietario mi regalò un sacchetto per il viaggio, da quanto gli faceva piacere che qualcuno li potesse mangiare in Francia. Quella sera il gesto di intingere un biscotto del genere mi sembrò che avesse un valore sacramentale; e siccome Cimino mangiava con guanti di seta blu notte, i movimenti che faceva per intingere i cantuccini nel vin dolce erano simili a quelli di un mago che, infilando la mano in un cappello, ne tiri fuori dei fiori, dei nastri di raso, una trottola, degli aliossi, un torrente di scintille; ma durante quella sera era venuto fuori il mondo intero (...) e una volta finalmente rosicchiati tutti i biscotti, Michael Cimino ordinò due bicchieri di Asti spumante, si tolse per la prima volta gli occhiali neri, mi guardò dritto negli occhi, alzò in alto il bicchiere e, citando l’ultimo verso della Divina Commedia di Dante, fece un brindisi a “l’amor che move il sole e l’altre stelle”.

Antonio Mattei
Antonio Mattei

Poetico vero? Vi auguriamo di essere “ispirati” allo stesso modo... mangiando i nostri Biscotti!!

Foto di Alessandro Moggi

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